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#2 – Luna

di Fabio Furlanetto

 

Mare Cognitum

La ragazza seduta sulla sabbia grigia si chiama Joy Traveler, o meglio è come ha scelto di chiamarsi. Non sa da dove proviene, e considerando che non ha alcun problema a sopravvivere alla temperatura lunare e alla totale mancanza di atmosfera non è umana.

Osserva la Terra alta nel cielo, azzurra, bellissima. Lontana.

-Sei sicuro che non possa tornare? – chiede.

Silver Surfer sente benissimo le sue parole anche in assenza di un mezzo per condurne il suono.

-L’energia che hai assorbito è ancora nel tuo corpo, anche se dormiente. Se trovassimo il modo per trasferirla, sarebbe solo questione di tempo prima che tu esploda di nuovo – risponde il Surfista Argentato.

Joy recupera il proprio zaino, poco più grande di una borsetta ma dalla capienza apparentemente illimitata. Dopo aver rovistato a lungo ne estrae una macchina fotografica vecchia di una decina d’anni, scattando una foto alla Terra.

-Beh, non ha senso piangere sul latte versato. Sorridi! – dice a Silver Surfer, fotografandolo.

Sul volto dell’alieno non si muove nemmeno un muscolo.

-Non c’è garanzia che tu non assorba anche le energie di questo satellite e lo distrugga, né che tu possa sopravvivere per sempre in queste condizione estremi per una terrestre. Non trovo motivazioni per sorridere.

-Ma tu sei qui per aiutarmi, giusto? In qualche modo controllerò il mio potere. Forse scoprirò anche da dove provengo e chi sono realmente. Ma nel frattempo, sono sulla Luna! Sarei pazza a non approfittarne, no?

Silver Surfer non sembra particolarmente convinto dall’esuberanza della ragazza. Non dice nulla.

-E non fare quella faccia. Hai appena salvato il mondo – gli fa notare Joy.

-Da te.

-Sì, beh, c’era anche uno scienziato cattivo se non ricordo male. Da che parte pensi che sia il punto di atterraggio dell’Apollo 11?

-Questo non è un viaggio turistico. Ci vorrà del tempo prima che il tuo corpo inizi ad assorbire energia dalla Luna; questo mi darà il tempo di risalire alla tua origine.

-Pensi di poterlo fare?

-Sono Silver Surfer. Nulla è oltre la mia portata.

-A parte la modestia?

L’alieno allunga una mano verso la ragazza, avvicinando la punta dell’indice alla sua fronte. Tra i due volano rapide scintille di potere cosmico; può non sembrare, ma la ragazza contiene un potere davvero immenso.

E la mente di Silver Surfer, che può avvertire le onde gravitazionali di una galassia all’altro capo dell’universo, vacilla.

 

Una stella che esplode. Cenere che scivola tra le braccia. Navi in fiamme che si schiantano su un centro abitato. Lo scheletro di un umanoide. Cavie di diecimila specie vivisezionate da bisturi di materia oscura. Un ago di luce che perfora un occhio che piange.

La mano di una donna. Il nucleo di una galassia. Una voce profonda composta da infinite vibrazioni cosmiche.

Noi siamo infiniti. Noi siamo uno solo. La vita è un errore. Nell’oscurità aspettiamo il risveglio.

 

Silver Surfer deve allontanare la ragazza per mettere fine alla visione. Nonostante abbia dimenticato cosa significhi avere organi interni deve combattere l’istinto di vomitare.

-Tutto bene?  - chiede Joy appoggiandogli una mano sulle spalle.

-Che cosa sei?

-Te l’ho già detto, non lo so. Tutto quello che ricordo è di essermi svegliata con questo aggeggio in mano – risponde Joy, mostrando a Surfer il Regolatore Cosmico. Silver Surfer si allontana istintivamente.

-Resta qui – ordina l’araldo di Galactus, mentre la sua tavola risponde ad un comando mentale.

Joy lo osserva volare verso la Terra, sfrecciando nello spazio a velocità impensabile. Lei si guarda attorno: non c’è assolutamente niente in ogni direzione.

-Come se avessi un’altra scelta...

Si siede sulla prima roccia che trova, sospirando. Fra le tante congetture sulla propria origine, la possibilità di essere un’aliena le era sempre sembrata tra le più eccitanti. Certo non immaginava che lo spazio potesse essere così dannatamente noioso.

Solamente ora Joy si accorge di essere all’ombra. Si volta per capire che cosa stia oscurando il Sole: un umanoide alto più di cinque metri la sta fissando, immobile.

-Uhm...salve?

L’Osservatore non risponde.

 

Four Freedoms Plaza, New York City

Ci sono pochissime persone in tutto l’universo che Silver Surfer può considerare tra i propri amici, ma Reed Richards è senz’altro uno di questi.

I due si stringono la mano, un rituale terrestre che l’alieno non ha mai veramente compreso ma che onora in segno di rispetto.

-Norrin, è sempre un piacere. Non sapevo fossi tornato sulla Terra.

-Non è stata una visita programmata. Ho risposto ad una chiamata dei Difensori e, come accade più spesso di quanto desideri, è stato necessario prolungare la mia permanenza.

-Se posso aiutarti in qualche modo, lo sai che i Fantastici Quattro sono sempre a tua disposizione.

-In effetti è così – risponde Silver Surfer, aprendo il palmo della mano.

Il Potere Cosmico ribolle nell’aria, riplasmando l’ossigeno e la luce in un oggetto solido. Chiunque altro resterebbe impressionato dalla vista della materia creata quasi dal nulla, ma Reed Richards ha già visto cose ben più impossibili.

-Che cos’è? – chiede lo scienziato.

-Non ne ho alcuna idea – è costretto ad ammettere Silver Surfer.

Reed afferra l’oggetto; metallico e rotondo, vagamente simile ad un vecchio lettore CD, sembra quasi non avere peso.

-Affascinante. Una ricostruzione di luce solida, suppongo?

-Precisa fino all’ultimo fotone. L’originale si trova al momento sulla vostra Luna, assieme alla giovane donna a cui appartiene. O almeno, ritengo che sia una giovane donna.

L’unica reazione di Reed è di alzare un sopracciglio. Silver Surfer elabora:

-Credo che non sia di questo mondo, ma le sue capacità di mimetizzazione sono così perfette da confondere anche i miei sensi cosmici.

Reed ha già posizionato la ricostruzione del Regolatore Cosmico sotto uno dei sensori del laboratorio, concentrandosi sui dati che risulterebbero completamente illeggibili per il 99% dei senzienti della galassia.

-Questa tecnologia è incredibilmente avanzata. Non ho mai visto nulla del genere. E’ chiaramente progettato per contenere e regolare vaste quantità di energia, anche se non riesco a comprenderne il meccanismo di funzionamento. Quali sono le tue preoccupazioni, Norrin?

-Credo che l’originale sia molto vicino al limite massimo di stoccaggio.

-Se è così devo assolutamente vedere l’originale, Norrin: stiamo parlando di abbastanza energia da vaporizzare un pianeta. E’ troppo pericoloso per-

Prima che Reed possa terminare la frase, la porta del laboratorio si apre. Una femmina terrestre, un’altra tra le pochissime amicizie di Silver Surfer nonché moglie dello scienziato.

-Norrin, non ti avevo visto arrivare; quante volte ti ho detto di passare a salutare, invece di volare dritto in laboratorio?

-Le mie sincere scuse, Susan. Il destino del vostro pianeta potrebbe essere in gioco.

-Lo sai che puoi farci visita anche quando la Terra non sta per essere distrutta, vero?

-La Terra è sempre sul punto di essere distrutta, per un motivo o per l’altro – ricorda l’Araldo.

 

Zona Blu della Luna

Oltre le rovine di un antichissimo avamposto degli alieni Kree c’è una costruzione immensamente più vecchia, dimora permanente di un alieno la cui presenza in questo sistema solare risale alla notte dei tempi.

Joy Traveler cammina a fianco dell’Osservatore, faticando a tenere il passo del gigante. Attorno a lei ci sono meraviglie oltre ogni immaginazione, strutture e congegni così alieni da superare l’immaginazione più sfrenata. Joy gli scatta una foto con il proprio smartphone.

-Grazie per l’ospitalità, signor...non credo di aver capito bene il tuo nome.

L’Osservatore non risponde.

-Okay. Non fa niente. Sei l’alieno che ha aiutato i Fantastici Quattro contro Galactus, vero? Ti ho visto sui giornali. Sei più alto di persona.

L’Osservatore non risponde.

-Quindi...uhm...Mi piace come hai arredato casa. Molto spaziosa. Senti, che ne dici se torniamo indietro ed aspettiamo il mio amico? Silver Surfer, penso che vi conosciate. Scommetto che andate d’accordo, avete la stessa acconciatura.

L’Osservatore non risponde. Ma per la prima volta fissa negli occhi la ragazza.

-Ah. Ehm, non voleva essere un’offesa, davvero. Hai una testa molto...uhm...rotonda. Usi un qualche tipo di cera speciale o...

-Osserva – è l’unica parola pronunciata dall’alieno, indicando uno degli infiniti schermi.

Una stella che esplode. Cenere che scivola tra le braccia. Navi in fiamme che si schiantano su un centro abitato. Lo scheletro di un umanoide.

Joy Traveler inizia ad urlare.

 

Asmidiske, Via Lattea, a 1.300 anni-luce dalla Terra

La stella di questo sistema solare è una supergigante gialla, giovane per gli standard cosmici. Ha solamente una ventina di milioni di anni, ed è destinata ad evolversi in una supergigante rossa.

Quando questo accadrà, Asmidiske aumenterà il proprio volume fino ad inghiottire tutto ciò che si trova nella sua orbita. Dato che questo potrebbe avvenire da un momento all’altro, è una stella del tutto inutile per i grandi imperi interstellari.

Per la feccia della galassia, questo è un porto franco. La stazione spaziale in orbita attorno alla stella sarà la prima cosa a svanire da questo sistema solare: nessuno vuole restare su Asmidiske più del necessario. Tutte le anime perdute della galassia finiscono qui prima o poi, dal contrabbandiere al cercatore di fortuna, dal truffatore al buon samaritano, dai mercenari ai volontari.

L’unica cosa che hanno in comune è la consapevolezza che potrebbero morire da un giorno all’altro. Con una eccezione: Tyros di Birj.

Siede al tavolo di una delle bettole di Asmidiske, abbracciato da due prostitute e costantemente sotto tiro da tutti gli assassini della stazione. Tyros non ha paura di morire: anche se la stella dovesse inghiottire il sistema solare oggi stesso, lui non si brucerebbe nemmeno la folta barba.

La bettola è carica di vita, risate e pessima musica. Bastano tre parole per far calare il silenzio.

-Terrax il Domatore?

Tyros si irrigidisce, e stringe il boccale con abbastanza forza da ridurlo in briciole. Una delle prostitute tenta di calmarlo accarezzandone il petto, ma Tyros è più interessato alla figura incappucciata attorno a cui si è creato il silenzio.

-Se stai cercando un Araldo di Galactus, non ne troverai nessuno qui – risponde Tyros con voce roca. Giusto per rendere chiara le intenzioni ostili, i suoi occhi brillano di Potere Cosmico.

-Bene. Non sto cercando un Araldo, ma un traditore.

-Traditore!?

Non ci vuole molto per far perdere la pazienza a Tyros. Batte un pugno sul tavolo sfasciandolo a metà, poi si alza di scatto ed allunga una mano verso il muro.

La sua Ascia Cosmica risponde al richiamo, nonostante si trovi dall’altra parte della stazione spaziale; vola dritta nella sua mano, incurante delle dozzine di paratie ed esseri viventi che deve distruggere per ritornare dal proprio padrone.

Tutto il bar si prepara alla rissa alla maniera di Asmidiske, cioè facendo rapidamente i calcoli di quale cadavere debba essere il primo ad essere saccheggiato.

-Io sono Terrax, straniero!!! Ho sconfitto Silver Surfer ed i Fantastici Quattro!!! Chi sei tu per osare sfidarmi!?

-Non voglio combattere, Terrax. Non hai bisogno di fare sfoggio del tuo potere con me. Quanto alla mia identità...

L’incappucciato esce allo scoperto, sollevando il velo che ne copriva il volto. E’ una donna di rara bellezza, dai lunghi capelli corvini, la cui immagine è trasparente.

-Il mio nome è Shalla-Bal di Zenn-La. Ho una proposta da farti, Terrax.

 

Zona Blu della Luna, 1 secondo-luce dalla Terra

Silver Surfer scende dalla tavola, accompagnato da Mister Fantastic e dalla Donna Invisibile dei Fantastici Quattro. Di fronte a lui si trova la splendida Cittadella dell’Osservatore.

-La traccia energetica di Joy Traveler si ferma in questa bizzarra costruzione – nota l’ex Araldo.

-Questa è la dimora di Uatu l’Osservatore. Siamo visitatori ricorrenti – spiega Mister Fantastic.

-Credevo fossi già stato qui chissà quante volte, Norrin – aggiunge la Donna Invisibile.

-Non ho visitato molto spesso il vostro satellite; ho passato la maggior parte del tempo in questo sistema solare bloccato all’interno dell’atmosfera terrestre – spiega Silver Surfer.

-Immagino che dopotutto l’universo non sia piccolo come pensiamo.

-Per esperienza personale, poche razze nel cosmo comprendono veramente la sua vastità. Non vedo alcuna struttura di accesso; come dovremmo entrare?

-L’Osservatore non ha bisogno di porte; chi è autorizzato ad entrare può semplicemente farlo – risponde Reed Richards, camminando con sicurezza verso il muro che dovrebbe diventare intangibile per lasciarlo passare. Invece si ritrova a sbatterci contro la faccia.

-Sei fortunato che Ben e Johnny non siano qui – nota la Donna Invisibile, contenendo una risatina.

-E’ evidente che l’Osservatore non gradisce la nostra presenza, oggi – risponde Reed.

Poi Silver Surfer sente qualcosa: l’urlo di una donna terrorizzata, all’interno della Cittadella.

-E’ un suo problema allora.

Una scarica di Potere Cosmico fonde la parete, che inizia immediatamente a ricrearsi molecola dopo molecola. Basta meno di un secondo perché il foro si richiuda, ovvero tempo più che sufficiente perché Silver Surfer mantenga aperta la crepa con le proprie mani.

-Forse posso...- inizia a dire la Donna Invisibile, fermandosi quando osserva Silver Surfer scatenare tutto il suo potere per ridurre in mille pezzi la parete altrimenti infrangibile.

-...darti una mano. Wow.

-A me, mia tavola! – richiama Silver Surfer.

 

Uatu l’Osservatore è perplesso. L’entità pseudo-umana conosciuta come Joy Traveler sembra in preda al dolore, anche se non le ha fatto assolutamente nulla. La sua unica azione è stata quella di sempre: osservare.

-Fallo smettere! Fallo smettere! – implora Joy, rannicchiata a terra in posizione fetale.

-Questo messaggio è stato impresso nella tua aura, Joy Traveler. E’ letteralmente parte di te.

Una stella che esplode. Cenere che scivola tra le braccia.

-Osservatore! – grida Silver Surfer.

Uatu si volta rapidamente per la sua stazza. Potrebbe fermare l’attacco di Silver Surfer in un miliardo di modi, ma esita. Una scarica di potere cosmico lo colpisce allo stomaco, o meglio dove un essere umano avrebbe uno stomaco, e Uatu barcolla.

Silver Surfer lo raggiunge, e con una virata a 90° risale fino a colpirlo al mento con un gancio destro. L’Osservatore si schianta contro la sua stessa strumentazione, schiacciata sotto il peso dell’alieno.

Anche senza lo schermo a trasmettere le immagini, quella visione è ancora fermamente impressa nella mente di Joy. Ed il suo corpo inizia a brillare di luce.

-Si può sapere che cosa state combinando!? – chiede la Donna Invisibile, scendendo dal proprio scivolo di forza invisibile. Mister Fantastic allunga il proprio corpo fino a raggiungere Joy.

-Miss Traveler, stia calma. Sono il dottor Richards e sono qui per aiutarla.

Joy apre gli occhi per osservare il proprio soccorritore, ma non vede Mister Fantastic con in mano un analizzatore portatile. Vede un alieno avvicinarsi con un bisturi in un tentacolo, mentre altri due simili le bloccano braccia e gambe con blocchi restrittivi di metallo.

 

<Perché l’esemplare è ancora cosciente?>

<Abbiamo provato ad anestetizzarla ma non risponde al trattamento>

<Le sue grida psichiche mi stanno facendo venire il mal di testa. Di chi è stata l’idea di portarsela dietro durante l’invasione?>

<Non sapevamo fosse una mutaforma. Sembrava una di noi quando abbiamo iniziato l’invasione>

<Non importa, ora è una di loro. Riportiamola su Marte per una vivisezione completa>

 

-NO!!! – urla Joy, scatenando un’onda di pressione telecinetica.

Ad una distanza così ravvicinata, se non fosse per il suo corpo elastico Reed Richards sarebbe già morto. Sua moglie Susan si ripara con un campo di forza invisibile, mentre Silver Surfer e l’Osservatore non hanno alcun bisogno di protezione.

-Sta andando in sovraccarico, esattamente come sulla Terra! – capisce Silver Surfer.

-Incredibile; anche a questa distanza, sta ancora assorbendo energia dal pianeta - commenta Reed Richards, sgusciando fuori dalle macerie.

-Dobbiamo fare qualcosa per aiutarla – ricorda la Donna Invisibile.

Riflettendo le parole della sua amica, Silver Surfer vola verso Joy e la prende tra le proprie braccia, sfrecciando fuori dal campo gravitazionale della Luna.

Joy si stringe a lui, tremando; il potere inizia rapidamente a svanire, ma la paura è ancora ben presente.

-Non lasciare che mi prendano di nuovo! Ora ricordo...ero con loro durante la prima invasione! Le cose che mi hanno fatto...perché devo ricordarle!?

-Al momento non sei in pericolo, Joy Traveler. Nessuno ti farà del male.

Il respiro di Joy inizia a farsi più regolare e rilassato. Anche quando si rende conto di essere tornata nello spazio profondo, e di conseguenza senza alcuna atmosfera da respirare.

-Che cosa mi sta succedendo?

-Ho intenzione di scoprirlo, Joy Traveler.

 

I danni alla Cittadella dell’Osservatore non si sono dimostrati permanenti: a Uatu è bastata una frazione infinitesimale del proprio potere per rimettere tutto a posto in un batter d’occhio.

Silver Surfer ritorna al suo cospetto, lasciando Joy seduta sulla tavola da surf, in disparte.

-Spiegati – è la richiesta del surfista argentato. Ed è anche la sua minaccia.

-Ho osservato colei che chiami Joy Traveler per molto tempo, Norrin Radd. Con la seria possibilità che lei lasciasse per sempre il mio campo di osservazione, ho cambiato metodo di indagine.

-Quindi sai da dove vengo? Che cosa sono? – chiede Joy.

-No, la tua origine resta un mistero anche per me. Tutto ciò che posso dirti è che, se resterai a lungo su questo satellite, ne causerai la distruzione. Lo stesso avverrà a qualunque pianeta tu scelga come tua dimora.

-Perché il suo corpo assorbe naturalmente le energie di un pianeta fino a rilasciarle con effetti catastrofici – comprende Reed Richards.

-Precisamente. Per decenni ho osservato Joy Traveler utilizzare il Regolatore Cosmico per immagazzinare le energie assorbite, ma c’è un limite a quanto la tecnologia possa contenere quantità di potere così tanto vaste.

-“Decenni”. Quanti anni hai davvero, Joy? – chiede la Donna Invisibile.

-Non lo so. Però credo di sapere quali sono i miei primi ricordi...

 

Inghilterra, 1901

Un giorno la chiameranno la Prima Guerra dei Mondi. I giganteschi tripodi stanno terrorizzando la campagna inglese con i propri raggi della morte, senza lasciare sopravvissuti.

Tutti i tripodi tranne uno, a dire il vero. Di tutti i veicoli d’assalto alieni ad essere atterrati, uno non riesce a rialzarsi; inciampa goffamente nelle proprie zampe e crolla al suolo.

Altri tripodi si avvicinano per ispezionarlo. La cabina di pilotaggio si apre, lasciando fuoriuscire un marziano: troppo debole per muoversi nella gravità terrestre, si trascina sui propri tentacoli.

Poi avviene qualcosa di incredibile: il suo corpo brilla di una luce abbagliante e cambia il proprio aspetto proprio sotto gli occhi degli invasori.

Quando la trasformazione è completa, la massa molle circondata di tentacoli ha lasciato spazio al corpo nudo di una giovane terrestre.
Il cui corpo è immediatamente disintegrato dai raggi della morte dei marziani.

 

All’interno di una delle navi da guerra, gli scienziati marziani stanno dibattendo sul da farsi. Joy non può sentire le loro parole perché non hanno una bocca, ma può udire i loro pensieri.

<Non sapevamo fosse una mutaforma. Sembrava una di noi quando abbiamo iniziato l’invasione>

<Non importa, ora è una di loro. Riportiamola su Marte per una vivisezione completa>

<Perché? E’ un’aliena. Dovremmo ucciderla>

<Ci abbiamo già provato: il suo corpo si è ricostruito a livello molecolare. Se imparassimo a duplicare questa capacità diventeremmo invincibili>

<Che mi dici dei congegni che abbiamo ritrovato nel suo tripode? Come ha fatto a portarli con sé senza che nessuno se ne accorgesse?>

<Sai come sono quelli della sicurezza, un tentacolo non sa cosa fa l’altro>

<Attenzione! La mutaforma sta cambiando ancora!>

Nonostante quello che pensa il marziano, questa volta la luce emanata dal corpo di Joy è molto più pericolosa. L’energia accumulata su Marte è più che sufficiente ad uccidere tutti i presenti e a danneggiare irreparabilmente la nave.

 

Presente, Cittadella dell’Osservatore

La Donna Invisibile è seduta sulla tavola di Silver Surfer a fianco di Joy, con una mano sulle spalle della ragazza: è chiaramente difficile per lei raccontare la propria esperienza.

-Poi mi sono svegliata tra le macerie, completamente illesa. Ho vissuto in Inghilterra per qualche anno; mi bastò dire di aver perso tutto con l’invasione. Non ci volle molto per capire che a differenza di tutti gli altri non invecchiavo e non mi ammalavo mai. Ho iniziato a viaggiare il mondo, cercando di tenere un basso profilo. Ho dei ricordi piuttosto vaghi di quanto è successo dopo...a parte l’invasione, ricordo molto poco di quello che è successo prima di trent’anni fa.

-Affascinante. E’ possibile che il tuo cervello debba costantemente cancellare i ricordi più vecchi per far strada a quelli più recenti; è un fenomeno raro ma documentato tra gli immortali – ragiona a voce alta Mister Fantastic.

-Reed, non adesso – lo redarguisce la moglie.

-Scusa, tesoro, non volevo sembrare insensibile. Joy, non posso studiare il tuo caso sulla Terra, ma se stabilissi un laboratorio mobile nello spazio...

-No. Basta scienziati. Basta esperimenti – protesta Joy, allontanandosi da Susan e scendendo dalla tavola. Indietreggia fino a sbattere contro Silver Surfer.

-Non gli permetterai di fare altri esperimenti su di me, vero Surfer?

Il volto argenteo dell’alieno è inespressivo e stoico come sempre.

-Reed, ti ringrazio per l’offerta, ma penso che Joy debba restare lontana dai terrestri per un po’.

-Se questo è quello che volete. Ma ricordate che, se cambiaste idea, avreste il pieno appoggio di tutti i Fantastici Quattro.

-Non ne ho mai dubitato, amici miei – risponde Silver Surfer, richiamando a sé la tavola da surf.

 

Pochi secondi dopo, stretta all’ex Araldo di Galactus, Joy Traveler può vedere la Luna diventare così piccola da svanire completamente dal suo campo visivo.

-Non riesco a credere di aver veramente lasciato la Terra. Cosa farò adesso?

-L’universo è carico di infinite possibilità, Joy. Al momento questo ti sembrerà un esilio, ma è la più grande liberazione possibile.

-Se lo dici tu. Dov’è la prossima fermata? Devo andare al bagno.

-...

-Scherzavo! Dovresti prenderti un po’ meno sul serio.

-Hai vissuto eventi traumatici, Joy Traveler. L’umorismo è la tua arma di difesa?

-Surfer?

-Sì?

-Sta zitto e vola.

 

Ammasso di Pandora, 3.500.000.000 anni-luce dalla Terra

Questo è uno dei luoghi più mutevoli dell’Universo. Negli ultimi miliardi di anni quattro galassie hanno continuato una danza troppo lenta per essere visibile agli esseri viventi; il risultato è una massa informe di stelle antiche e nubi di gas incandescente, tenuta assieme per più di tre quarti da materia oscura.

Durante questa danza sono nate stelle, vita, civiltà, imperi. Una dopo l’altra si sono tutte estinte, e dopo essere state dimenticate sono state rimpiazzate da qualcosa di nuovo.

In questo infinito cambiamento c’è una costante, un pianeta desolato sfuggito alla propria stella nella notte dei tempi. Ha avuto mille nomi per mille civiltà diverse, senza però dar loro nessun motivo per tramandarne la storia alle generazioni successive.

Oggi qualcosa si muove su questo luogo freddo e dimenticato. Il terreno si muove e prende forma, lentamente, inesorabilmente.

Quando il processo è completato, un umanoide dalla pelle completamente bianca si alza in piedi. Una tunica nera ricopre il suo corpo, che un terreste potrebbe scambiare per femminile. Non ha una faccia, solamente una bocca nera che accenna un sorriso.

Questo strano essere allarga le ampie ali che spuntano dalla schiena, e la sua figura si erge fiera su un mondo morto.

-Noi siamo infiniti. Noi siamo uno solo. L’Angelo Negativo è risorto.

 

CONTINUA

 

Nel prossimo numero: Marte

 

 

Note astronomiche

Zona Blu a parte (a quella stiamo ancora lavorando), le ambientazioni astronomiche sono realmente esistenti:

Mare Cognitum

Asmidiske

Ammasso di Pandora